MartaSoprano
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Ho 23 anni e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2014. È un po’ come essere in famiglia perché
canto con le persone con cui sono cresciuta e che mi hanno vista crescere.
Ricordo il mio primo concerto, una gara canora a cui abbiamo preso parte al Centro missionario PIME. Ero molto agitata, perché era la prima volta che mi esibivo sul palco, oltretutto in una competizione, e dovevo mettercela tutta! Le mie “compagne” mi hanno supportata e tranquillizzata. Ritrovo questo sentimento di condivisione ad ogni concerto e ciò mi rasserena, mi dà un senso di appartenenza e di squadra che solo nel coro riesco a ritrovare.
Ricordo anche un episodio divertente accaduto durante la prima prova nel periodo natalizio. Conoscevo le canzoni in repertorio ed ero convinta di conoscere anche la parte che avrei dovuto cantare come soprano, ma dopo le prime note la mia vicina mi guarda con una faccia un po’ stupita e mi chiede che note stessi cantando: in realtà, ascoltando dal lato del pubblico avevo imparato le melodie più facili, quindi un po’ di quelle delle contralto, un po’ di quelle delle soprano e qua e là e anche quelle dei tenori!
Non ho avuto la possibilità di partecipare al concerto tenuto all’interno del Duomo di Milano, ma mi piacerebbe tantissimo poter fare questa esperienza.
Ho preso una pausa di un anno per studiare all’estero e devo essere sincera: il coro mi è mancato tantissimo. Era il mio appuntamento settimanale più atteso; sono contenta che tornerà ad esserlo
GiuseppeCinema Teatro Rondinella
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Quello che mi ha sempre colpito nelle occasioni in cui mi è capitato di assistere a concerti del Saint Basil’s Chorus è la gioia che traspare dalle esecuzioni; segno a mio avviso che non sono solo presenti tecnica e vocalità, ma che ci sono soprattutto partecipazione e trasporto che travalicano il puro e semplice “cantare”.
Ho trovato infatti una delle realizzazioni di ciò che dice s. Ambrogio, «chi canta prega due volte», per ciò che dice e per come lo dice. È difficile, purtroppo, riproporre nell’esecuzione gospel e spiritual le sensazioni di chi scriveva e cantava quei canti in origine, vivendo e soffrendo sulla propria pelle dolori, tribolazioni e angosce così come la gioia per la libertà ritrovata. Però, proprio perché si tratta di sentimenti universali, ciascuno può sentirli vivi nella propria esistenza e l’esperienza corale aggiunge il bello della condivisione, del sentirsi parte di un gruppo che gioisce, si rattrista, prega, con ciascuno dei suoi membri.
Assistere a un concerto non implica solo la dimensione dello spettatore, ma provoca un’attrazione centripeta che tende a portare verso il coro (centro dell’evento che si realizza), in qualche modo dentro, stimolando una partecipazione attiva che può realizzarsi nel battito delle mani, nell’alzarsi in piedi… nel “commuoversi” (mettersi in movimento). Il canto diviene così un’esperienza totale, immersiva, non solo la parentesi “artistica” di una o due ore in una sera come tante.
Don Fabio
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Chi scrive ha avuto il piacere, e la sventura, di collaborare per tredici anni col Saint Basil’s Chorus di Milano.
Il piacere è dovuto al fatto che, essendo stato io prete di riferimento della parrocchia San Basilio, ho collaborato con loro sul piano liturgico dei canti e delle interpretazioni musicali, ma anche – e soprattutto – sul piano umano delle amicizie e delle relazioni personali. La sventura è dovuta al fatto che ho dovuto contemporaneamente passare tredici anni a spiegar loro che Gesù non era stato primariamente un Gospel-Singer (sia pure di livello divino), che il Vangelo si può ascoltare anche senza ballare e ancheggiare come forsennati, e che non è assolutamente detto che gli spirituals siano stati creati direttamente dalla Santissima Trinità, mentre il resto della musica sacra abbia avuto solo modesti interpreti come Mozart, Bach e Monteverdi.
Per restare su questa falsariga, ho avuto il piacere di celebrare tante messe con loro, di partecipare a diversi concerti e di conoscere diversi di loro non solo ascoltandone i gorgheggi spirituals ma anche approfondendo amicizie e crescendo nella mia stima per loro come persone e come coristi. La sventura, ancora, dipende dal fatto che ho dovuto lottare con loro spiegando che la messa di mezzanotte di Natale e la veglia di Pasqua possono essere celebrati anche con canti in italiano e non solo nella Lingua Sacra dei Negro-Spirituals e che il “Veni Sancte Spiritus” non mi risulta ancora essere stato completamento esautorato da “Amazing Grace”. Aggiungerei anche che il volume dei canti in chiesa è leggermente diverso da quello dello stadio San Siro, dove i megawatt possono essere leggermente più alti che nella pur grande e bellissima chiesa di San Basilio.
Fuori dai denti: con loro mi sono divertito ed emozionato così tanto che ho appeso la foto del coro che mi hanno regalato, dove campeggiano con la loro indimenticabile tunica giallo-blu, nella mia stanza da letto in modo da addormentarmi ogni sera cullato dalle loro melodie rimaste impigliate nella mia immaginazione (sperando tra me e me che possano anche contribuire a tenere lontane le zanzare estive, abituate a melodie più tradizionali!). E la loro foto è appesa sotto un’indimenticabile foto del Bernina, scalato quando ero giovane e temerario, in modo che, almeno ogni tanto, io possa sentire anche l’infinito silenzio del ghiacciaio più alto delle Alpi Lombarde.
Quindi grazie di tutto e continuate così! E, se vi riesce, ogni tanto ascoltate anche i poveri preti che avranno la ventura – e l’onore – di avere a che fare con voi nell’indimenticabile parrocchia di San Basilio.
Un caro saluto a tutti.
FilippoTenore
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Ho 21 anni e fin da bambino mi è sempre piaciuto cantare, senza però condividere l’esperienza con un gruppo di persone. Ho voluto provare a essere un corista, entrando nel Saint Basil’s Chorus e dal 2014 ne faccio parte.
Quello che più mi piace del cantare con il Saint Basil’s Chorus è l’atmosfera di serenità che ritrovo ogni volta che ci riuniamo nonostante l’impegno richiesto durante le prove e soprattutto durante i concerti. Ciò permette di vivere a pieno quei momenti.
Ricordo un evento per me sicuramente molto coinvolgente: il mio primo concerto, al Cinema Teatro Rondinella. L’emozione di esibirmi per la prima volta davanti a una platea, l’atmosfera che si crea sul palco guardando il pubblico seduto davanti a te; sono momenti ancora impressi nella mia memoria.
Non penso di preferire un canto in particolare, ma sicuramente sono particolarmente legato all’Hallelujah di Cohen. Difficile da imparare, ma con pazienza e impegno da parte di tutti, il risultato è stupendo.
Data la lunga assenza dai teatri e dai palchi a causa della pandemia, mi piacerebbe esibirmi in un teatro che già ci ha ospitato, per far vedere quanto siamo stati in grado di lavorare anche stando a distanza per più di un anno e far vedere i nostri progressi.
IsabellaContralto
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Ho 67 anni e canto da quando ne avevo 16. Poi la famiglia che si è creata intorno a me ha assorbito tutto il mio tempo. Dal 2017 ho ripreso a cantare nel Saint Basil’s Chorus e mi sono trovata benissimo. Ottimo dirigente amministrativo, ottima insegnante del coro e ovviamente ottima compagnia. Insomma, una nuova famiglia di cui far parte.
Ogni ora passata nel coro è per me stimolante e ogni brano musicale che imparo rende piacevole stare insieme.
Mi piacerebbe portare tutto questo entusiasmo ovunque, anche in un parco piuttosto che in un teatro o anche in un ospedale per rallegrare i malati.
Sono sicura che il nostro modo di cantare e il nostro entusiasmo porterebbe allegria dovunque.
Ogni brano che impariamo insieme è il più bello, perché ci coinvolge tutti. Ci aiutiamo, supportiamo e sopportiamo con tutto l’affetto che ognuno di noi sa esprimere.
Mi piacerebbe che tanti si aggiungessero al nostro gruppo, sono certa che si troverebbero benissimo.
Vi saluto e vi aspetto numerosi.
LorenaContralto
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Ho 47 anni e canto in maniera continuativa dal 2003, quando sono entrata nel Saint Basil’s Chorus. Quello che mi piace di più cantando in questo coro è il sentirmi parte integrante di un bellissimo gruppo, che, grazie all’unione di tutte le voci, riesce a creare meravigliose armonie.
Ogni concerto è un’emozione. È entusiasmante mettersi in gioco ogni volta, con le proprie paure ed insicurezze, sentirsi e sentire i propri compagni farcela, riuscire a riprodurre quello note che nelle prove ci avevano fatto impazzire per mesi, sentire il calore delle persone che ci ascoltano.
Mi piacerebbe tornare a esibirmi nel teatro Martinetti di Garlasco, il cui interno ricorda, in miniatura, il Teatro alla Scala di Milano; è stata una bellissima esperienza.
Chi ama cantare, ma è troppo timido per farlo in altri modi, con il nostro gruppo ha la possibilità di sentirsi libero di provarci; con noi ognuno può esprimersi, libero di cantare ma anche libero di prendersi del tempo semplicemente per ascoltare e per imparare.
FabioBasso
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Ho 56 anni e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2014.
Pur non essendo una delle voci di spicco, mi sento a mio agio e considerato come se fossi il più bravo.
Ricordo tanto il concerto presso la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Ho percepito una forte emozione ed energia nel portare un lampo di spensieratezza a questi ragazzi. Mi piacerebbe esibirmi ancora là.
Mi divertono molto i sound check che si svolgono prima dei concerti, durante i quali mi piace osservare tutti e cogliere i vari stati d’animo, a volte di tensione e preoccupazione, che durante il concerto svaniscono.
Il mio canto preferito è Total Praise perché, più di altri canti, richiede forza e gestione della voce; e mi fa venire la pelle d’oca!
LauraContralto
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Ho 23 anni e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2016.
Mi piace la compagnia e l’atmosfera di spensieratezza e gioia che si viene a creare condividendo insieme una bellissima passione per il canto. Siamo una grande famiglia, dove mi sento perfettamente a mio agio malgrado le mie enormi insicurezze e difficoltà. Qui mi sento a casa.
Mi ha toccato molto il concerto tenuto presso la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Vedere sul volto di quei ragazzi la felicità nel sentirci cantare e poter suonare insieme a noi mi ha donato una gioia immensa e mi ha fatto capire che cantando potevamo fare del bene. Mi ha anche emozionata particolarmente il concerto di Natale presso la Casa di Riposo Saccardo grazie al quale abbiamo potuto trasmettere un po’ di atmosfera e calore natalizio.
Il mio canto preferito è More, un canto emozionante, che mette in risalto le nostre capacità a livello di voce, coordinazione e musicalità.
Mi piacerebbe esibirmi in Duomo a Milano o a Roma davanti al Papa.
ElenaSoprano
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Ho 15 anni e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2013.
Qui ho trovato delle persone con cui condividere questa mia grande passione.
Sinceramente, il momento più bello che passo con il coro si ripete ogni anno nel concerto di Natale, che è sempre il mio concerto preferito.
Ogni martedì sera durante le prove c’è sempre un’occasione in cui ci si diverte, perché si lavora in compagnia e con persone che ci fanno stare bene.
Il mio canto preferito è Happy Xmas perché è uno di quei canti che appena lo senti pensi subito alle persone con cui lo hai cantato.
Se potessi scegliere mi piacerebbe esibirmi al Palazzo della Regione Lombardia.
SalvatoreTenore
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Ho 66 anni. Ho iniziato a cantare nel periodo scolastico e non ho mai smesso. Quando avevo 14 o 15 anni insieme ad altri compagni di scuola abbiamo creato un gruppo con il quale suonavamo e cantavamo per beneficenza.
Con piacere ho debuttato nel mio primo concerto con il Saint Basil’s Chorus al teatro Martinetti a Garlasco, era il 14 novembre 2009.
Nell’esibizione al Duomo di Milano ero emozionato al pensiero di cantare in una chiesa così importante. Alla fine della celebrazione mentre la gente cominciava a defluire, la nostra cantante solista Monica ha intonato Amazing Grace e le persone che stavano uscendo sono tornate indietro per ascoltare quella canzone. Beh, almeno per me è stato emozionante!
Uno dei miei canti preferiti del nostro repertorio è l’Hallelujah di Cohen. Inizialmente, almeno per me, non è stato semplice da imparare, ma quando finalmente abbiamo unito tutte le voci mi sono sentito appagato e contento di aver contribuito alla buona riuscita del canto.
Se potessi scegliere dove esibirmi, oserei dire ancora presso il Duomo di Milano, magari nel periodo natalizio, con un pubblico che sappia ascoltare e apprezzare i canti Gospel.
A quelli che leggono questo mio pensiero dico che appartenere al Saint Basil’s Chorus mi rende felice, contento di condividere con gli altri componenti del gruppo le emozioni che si provano a cantare insieme. È un’esperienza unica che consiglio a tutti. Se amate la musica e vi piace stare insieme agli altri unitevi a noi!
CeciliaSoprano
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Ho 46 anni, e nella mia vita mi sono avvicinata al canto diverse volte, ma mai in maniera continuativa. Il Gospel era un genere musicale che non conoscevo bene e non avevo mai approfondito prima di conoscere il Saint Basil's Chorus: dal 2019 sono felice di farne parte. È bello cantare in questo coro perché durante le prove si studia seriamente, ma non manca mai una “sana” risata. E poi la nostra direttrice Paola è molto paziente, rispetta i nostri tempi e ci porta sempre molto in alto! Nel periodo del lockdown non ci siamo mai arresi, abbiamo sempre provato a distanza. A Natale, non potendo esibirci in pubblico, abbiamo pensato di fare una sorpresa a Paola, cantando tutti insieme per lei un brano natalizio. Questo è stato un episodio emozionante e divertente al tempo stesso.
Mi piacciono tutti i canti del nostro repertorio, ma quello che mi dà una grande energia è Siyahamba, una marcia popolare sudafricana contro la guerra.
Dove vorrei cantare insieme al Saint Basil's Chorus? Al villaggio delle Meraviglie a Milano, un luogo dove si respira l'atmosfera del Natale!
AntonellaSoprano
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Ho 56 anni e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2017.
Mi piace stare in questo gruppo e condividere la passione che ci lega.
Quello che mi emoziona di più è il momento che precede ogni esibizione in cui l’eccitazione fa spazio alla concentrazione. Ricordo volentieri il concerto alla casa di riposto Saccardo; è stato bellissimo al termine salutare personalmente gli ospiti anziani presenti in sala e vedere la loro felicità per aver condiviso dei momenti di spensieratezza.
Il mio sogno è quello di poter cantare in piazza Duomo a Milano.
Data la mia poca conoscenza della lingua inglese, credevo di non poter riuscire a cantare i brani, ma grazie all’aiuto di tutti e in particolare di Francesca, soprano come me, ho imparato a credere in me stessa. La timidezza non è scomparsa e neppure del tutto la paura di sbagliare, ma lavorerò per migliorare.
MarziaContralto
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Ho 49 anni e canto da quando ne avevo 8. Faccio parte del Saint Basil’s Chorus dall’inizio nel 2001.
Stare in questo coro significa condividere con gli amici ogni martedì sera alle prove una passione portata avanti con impegno per creare e dare emozioni.
Di emozioni durante i concerti ne ho provate molte, in special modo quando abbiamo cantato in Duomo a Milano: al termine della celebrazione, alle prime note di Amazing Grace le persone che stavano uscendo dalla chiesa, sono tornate indietro e si sono tutte radunate vicino a noi; erano un numero impressionante! Ricordo anche i volti delle persone anziane della RSA Saccardo, in occasione del concerto per la loro festa natalizia, contenti e grati per aver passato del tempo con loro e per averli salutati a uno a uno al termine del concerto.
Ripenso con piacere a un episodio in occasione di un concerto al Cinema Teatro Rondinella di Sesto San Giovanni. Avevo avuto un impegno, per cui sono arrivata a due minuti dall’inizio. Proprio io che sono sempre quella che organizza tutto per gli altri (dalle informazioni sul luogo di incontro e sugli orari, alla preparazione delle tuniche, dei libri e dei leggii) sono stata prontamente supportata dagli altri cantori che mi hanno aiutata a vestire l’abito di scena, dato il libro e informata di tutto quello che sarebbe avvenuto in modo da salire sul palco serena. Ecco, lì ho proprio pensato “che bel gruppo che siamo” ed ho provato che cosa vuol dire “sentirsi accolta”.
Tra gli episodi divertenti non può mancare quello avvenuto durante una prova in cui un corista un po’ distratto e con una padronanza dello slang americano non perfetta aveva trasformato la pronuncia di “The Son of God” in quella che era una carta prepagata estiva: “The Summer Card”!
Se potessi scegliere, mi piacerebbe esibirmi all’aperto in modo che si possano coinvolgere anche le persone che passano di lì per caso come quando ci siamo esibiti in via Padova a Milano in occasione della festa della via e poi in un bel Teatro…la Scala è libera?
Direi che stare nel Saint Basil’s Chorus è un’esperienza che auguro a tutti di fare, perché è sana, fa bene al cuore; ci si trova con persone amiche e si contribuisce a rendere il mondo più bello e armonioso.
CarmenContralto
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Ho 56 anni e canto dal 2016 nel Saint Basil’s Chorus.
Quello che mi piace di più del cantare è sentire l’effetto armonioso che si ottiene unendo tutte le voci.
Ricordo con piacere il concerto presso la casa di riposo Saccardo a Milano; vedere illuminarsi gli occhi di quelle persone probabilmente sole o comunque lontane dagli affetti nel periodo natalizio; ci guardavano ed ascoltavano con grande attenzione e salutarle alla fine, con scambio di sorrisi, me lo fa ricordare ancora con emozione.
In questo gruppo si trova sempre l’occasione per divertirsi, durante le prove capita di sentire versi o frasi inesatte o vedere un passo sbagliato o esagerato delle fantastiche coreografie suggerite dalla nostra Marzia che fanno scattare la risata contagiosa.
Tra i canti che preferisco ci sono He’s Able e l’Hallelujah di Cohen per l’ensemble vocale.
Se potessi scegliere dove cantare con il nostro coro, mi piacerebbe farlo all’anfiteatro della Martesana e nel Duomo di Milano.
ClaudioBasso
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Ho 57 anni e canto da circa da circa 50 anni. Nel 1972 ho inciso in casa, con due registratori a cassetta, “Song Song Blue” su una base di Fausto Papetti. Canto nel Saint Basil’s Chorus continuativamente dal 2004, poco prima della costituzione del CGS Saint Basil APS avvenuta nel 2005.
Quello che mi piace di più dell’essere parte di questo coro è sentire un canto che nasce, cresce, prepararne la base e poi portarlo in concerto. Tutto ciò è molto emozionante.
Ricordo un concerto che abbiamo fatto in chiesa, nella parrocchia di San Basilio. Eravamo riusciti a organizzarlo con diversi musicisti dal vivo e ho potuto suonare la batteria in chiesa. Se ci penso ho ancora la pelle d’oca, anche se questo è solo uno dei tanti; penso ai concerti in Duomo, al Teatro Martinetti, al Cinema Rondinella, nella cappella dell’Ospedale di Sesto San Giovanni …
Non c’è un vero canto preferito, sono tutti molto belli, se devo proprio scegliere, scelgo I Love The Lord, con il crescendo finale di “I hasten to his throne”.
Se potessi, un’esperienza che rifarei volentieri è quella di cantare alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone, oppure al Teatro Martinetti di Garlasco.
Cantare nel Saint Basil’s Chorus è un’esperienza unica. La forza è il gruppo al di là delle singolarità. Negli anni abbiamo acquisito persone con tanta umiltà e tanta voglia di “fare bene”. Questo è ciò che conta.
AnnamariaSoprano
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Ho 60 anni e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2017.
Ciò che mi piace di più di questo coro sono le persone che ne fanno parte per la semplicità, pazienza e impegno che mettono per la riuscita di un buon canto, e il repertorio.
L’episodio che mi ha colpito maggiormente è stato la prima volta che ci siamo rivisti dopo la pandemia. Dopo ore e ore a studiare a casa e le prove in remoto in cui ascoltavamo solo le singole parti, abbiamo provato i canti che avevamo studiato e alla prima prova sembrava che quei canti li avessimo sempre provati insieme: è stato bellissimo ed emozionante.
Why we sing è il mio canto preferito perché è stato uno dei canti che ho studiato in modo particolare durante il periodo del lockdown.
Se potessi scegliere, mi piacerebbe esibirmi insieme al Saint Basil’s Chorus in un bel teatro o anche in un parco aperto a tutti.
Mi è sempre piaciuto cantare e ho iniziato dall’età di 14 anni nella parrocchia del mio paese sia canti religiosi sia di altro genere. Poi nel 1984 ho avuto l’occasione di far parte del coro di Santa Croce a Firenze ed è stata una bellissima esperienza. Dopo la morte della direttrice e per impegni lavorativi ho dovuto abbandonare.
Poi nel 2017, a seguito della visita di Papa Francesco, ho conosciuto delle persone che facevano parte del Saint Basil’s Chorus e così ho ripreso a cantare. È un’esperienza che mi fa stare molto bene: mi piace imparare nuovi canti e incontrare persone che adesso sono diventate amiche.
La serata dedicata alle prove è sicuramente piacevole ed emozionante in particolare quando cantiamo e tutti partecipano con entusiasmo e con il cuore per la buona riuscita.
Come si dice “cantare fa bene all’anima”.
OrnellaContralto
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Ho da qualche anno superato gli ‘anta’ e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2014. Siccome nella vita sono una psicoterapeuta vorrei condividere alcune considerazioni rispetto al canto e all’esperienza nel Coro. Per quanto riguarda il mio vissuto all’interno di questo coro, ho instaurato rapporti di vera amicizia, mi sono molto divertita ed emozionata nei diversi concerti in cui abbiamo cantato. Uno dei più coinvolgenti per me è stato all’interno della Residenza per anziani Saccardo: vedere queste persone con varie disabilità sorridere e battere il tempo con le mani e i piedi mi ha molto commossa.
Per quanto riguarda i miei studi, uno dei primi sensi utilizzati dai bambini all’interno dell’utero materno è l’udito. Infatti, percepiscono le sensazioni, le emozioni e la voce della madre e imparano a distinguerla dalle altre persone. La nostra voce quindi racconta la nostra storia, le nostre radici, la nostra cultura e rivela gioie e sofferenze vissute. La vita psichica lascia impronte sul timbro della voce rendendola unica e irripetibile come lo è ognuno di noi. La musica e il canto sono importanti antistress. Cantare fa bene alla salute psicologica e fisica, aumenta la potenzialità del nostro sistema immunitario, fa diminuire il cortisolo, ormone dello stress e favorisce il rilascio di serotonina e delle endorfine, ormoni del benessere, riduce le tensioni muscolari, determina una respirazione regolare e profonda che favorisce l’ossigenazione del sangue e la funzionalità cardiaca. Cantare in un coro, armonizzando la propria voce con quella degli altri, ci fa sentire parte di un gruppo, migliora l’umore e crea un senso di solidarietà e sicurezza. Dopo una giornata di studio, lavoro o attività familiari, cantare insieme rende davvero più sereni. Inoltre il Gospel per i cristiani è un canto e una musica rivolta al Signore per celebrarlo e ringraziarlo per i doni che ci dà ogni giorno.
Vorrei, infine, ringraziare la direttrice del nostro coro, il presidente e tutte le persone che collaborano per scegliere i canti, le musiche, per consentire l’organizzazione dei concerti e delle attività e per la pazienza che hanno con tutti noi, soprattutto con me. Infine, ringrazio tutti i coristi e le coriste che si sono avvicendati e che mi hanno regalato sorrisi e amicizia.
MargheritaSoprano
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Ciao! Ho 18 anni e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2017 come soprano. Che cosa mi piace di più del cantare con questo coro? Sicuramente apprezzo la simpatia delle persone!
Non riesco a ricordare un episodio emozionante in particolare: mi vengono in mente le molte volte che durante le prove finalmente uniamo le voci. Questo passaggio riempie la stanza di un’unica melodia che, non so come dire, mi fa sussultare.
L’episodio più divertente, ma anche più imbarazzante per me, è stato quando durante un concerto i solisti dovevano fare un passo avanti e inchinarsi: sbagliando, mi sono aggiunta a loro!
Il mio canto preferito è Let me wait perché parte inizialmente piano ma poi diventa un crescendo quasi liberatorio. Se potessi scegliere, ovviamente mi piacerebbe esibirmi alla Scala!
ValeriaContralto
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Ho 39 anni e canto in maniera continuativa dal 2018, quando ho iniziato a far parte del Saint Basil’s Chorus.
Quello che piace di più è il clima di festa, che si genera non solo ai concerti ma anche durante la prove, e l’allegria dei partecipanti.
Il mio canto preferito è Total Praise; mi emoziona moltissimo!
Se potessi scegliere, mi piacerebbe esibirmi insieme al Saint Basil’s Chorus in tutte le belle piazze di Milano.
GabriellaContralto
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Canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2017 anni e ciò che più mi piace è il gruppo di persone che vi partecipa e l’accordo che si è instaurato tra di noi.
Il mio canto preferito è Let me wait, un canto molto armonioso e uno dei primi che ho imparato.
Se potessi scegliere, mi piacerebbe esibirmi con questo coro in una piazza importante di Milano.
Il gruppo del Saint Basil’s Chorus è divertente e affiatato. Siamo riusciti a stare insieme nelle avversità del lockdown via zoom e ogni volta che ci troviamo è un piacere. Sono nate amicizie anche “fuori dal coro”. Durante ogni prova ci impegniamo a dare il meglio come se il giorno dopo ci fosse sempre un’esibizione in pubblico. Dal cantare nel coro ho imparato a non essere più una solista nella vita, ma ad accettare il ruolo che la mia voce mi permette. Cantare Gospel non prevede esclusivamente un’educazione cattolica ma avvicina: la parola, anzi, il nome che compare di più nelle parole dei nostri canti è Jesus; prima o poi lo senti e ti appartiene.
ElisaSoprano
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Ho 17 anni e canto nel Saint Basil's Chorus dal 2017. Ciò che apprezzo di più di questa esperienza è la possibilità di poter incontrare altre persone che condividono la mia stessa passione: il canto.
Sebbene ci sia stato un periodo in cui ci siamo esercitati solo tramite prove online, per via del Covid, prima della pandemia ho partecipato ad alcuni concerti di Natale oppure organizzati in ricorrenza di altre festività e l' aspetto più emozionante è l'apprezzamento del pubblico. Per questo non credo ci sia un luogo in cui preferirei esibirmi, l'importante è saper coinvolgere chi ci ascolta e far apprezzare il canto gospel. Fra tutti i brani che abbiamo studiato il mio preferito è “Hosanna” di Kirk Franklin, sia per la musicalità, sia per le parole del testo.
Questa esperienza, che spero possa continuare per altri anni, mi ha avvicinato al mondo della musica e soprattutto del gospel, facendomi apprezzare ciò che prima non conoscevo.
BarbaraContralto
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Sono approdata in questo coro sin dall’inizio nel 2001 e mi sono avvicinata spinta da quella che era diventata la mia migliore amica dopo una vacanza trascorsa insieme all’estero.
Mi aveva invitata a fare una prova, ma senza impegno, giusto per provare.
Paola, la direttrice, ha ascoltato la mia voce e decretato che ero una contralto, poi mi ha invitato a restare per un periodo, ma sempre senza impegno e non me ne sono mai andata!
Grazie al Saint Basil’s Chorus ho acquistato più sicurezza in me stessa, con Paola che ci esorta a “tirare fuori” la voce, ho trovato il coraggio di tirarla fuori anche al di fuori del coro, nella vita quotidiana e a confrontarmi con gli altri esprimendo il mio pensiero.
Cantare insieme e davanti a un pubblico ti insegna a gestire e trasmettere a chi ti ascolta le tue emozioni.
Il poter cantare ascoltandoci reciprocamente, condividendo l’impegno per raggiungere uniti il traguardo e trasmettere a chi ti è di fronte l’emozione che provoca dentro ognuno di noi, è ciò che più mi piace del cantare con questo coro e che mi fa tornare a casa soddisfatta e carica di energie.
PatriziaSoprano
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Ciao, canto nel Saint Basil’s Chorus dall’inizio, nel 2001, e ci sono diversi motivi che invogliano a proseguire, dalle persone che lo compongono allo stimolo a imparare nuovi canti.
Non ho un canto preferito, ognuno è particolare e a volte accompagnato da coreografie semplici ma significative.
Tanti sono i concerti a cui ho partecipato, ma ricordo in particolare quando abbiamo cantato in Duomo a Milano.
Non c’è un solo momento divertente … il divertimento è partecipare al Saint Basil’s!
PatriciaSoprano
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Ho 54 anni e canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2010.
Mi piace molto l’ambiente accogliente e lo stare insieme.
Tutti i canti del repertorio sono belli, ma uno, in particolare, mi ricorda una persona cara.
Se potessi scegliere, vorrei esibirmi con il Saint Basil’s Chorus in una rassegna internazionale con cori provenienti da tutto il mondo.
Stare in questo coro è per me un’esperienza meravigliosa perché ho trovato molta professionalità e un gruppo composto da persone amabili e gioiose.
SavinoBasso
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Amo il canto fin da quando ero bambino e amo ancora cantare nonostante i miei 78 anni! Non mi vergogno di averli, ne sono fiero. Ho fatto parte del Saint Basil’s Chorus da quando è nato fino a “ieri”… gli anni si fanno un po’ sentire!
Ricordo in modo particolare un concerto presso la casa di riposo Saccardo e l’esibizione più emozionante nel Duomo di Milano.
Il mio canto preferito è Amazing Grace che porto sempre nel cuore.
RebeccaSoprano
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Ho 16 anni e mi è sempre piaciuto cantare. Ho iniziato nel coro che animava la messa quando ero piccola, avevo circa sei anni, e lo faccio tuttora. Canto nel Saint Basil’s Chorus dal 2016 e ciò che mi piace di più è il rapporto che c’è tra noi; credo sia molto bello che persone di età così differenti riescano a stare così bene insieme condividendo una passione comune.
L’episodio più emozionante è stato quando ho cantato per la prima volta da solista; essendo un po’ timida, ero molto agiata, però credo sia andata bene!
Il mio brano preferito è He’s Able perché è il primo che ho imparato e l’ho sentito provare spesso da mio fratello, che è una delle voci soliste del coro.
Mi piacerebbe fare un concerto importante in un bel teatro.
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